13 dic 2009

LE PRIGIONI DI FREMANTLE

CIAO A TUTTI.
Ieri, sabato, abbiamo passato la giornata a Freo, cioè Fremantle, il porto di Perth, una cittadina incantevole dove il caldo è un po' più sopportabile perchè ventilato dalla brezza del mare che è proprio lì, a portata di mano.
Di solito cerchiamo negli articoli che postiamo di essere divertenti perchè qui ci vogliamo divertire e così vorremmo trasmettervi tutto questo attraverso le parole. Oggi scrivo solo io perchè vi voglio parlare delle prigioni che abbiamo visitato e, per quanto interessante sia stato il tour al loro interno, sempre prigioni sono, luoghi dove ancora ho potuto sentire il lontano odore di paura, tristezza e dolore.
Non ero mai stata dentro un carcere ma conoscendomi avrei dovuto immaginare che mi avrebbe colpito molto.


La guardia che ci ha raccontato la storia di questa prigione che ha smesso di essere tale solo nel 1991 è stata davvero in gamba, mixando saggiamente alle nozioni storiche qualche battuta leggera. Cosa non sempre facile visto l'argomento trattato.
Entrare in questo complesso enorme ci ha messo un po' d'ansia, lo ammetto. Un carcere di massima sicurezza fatto di stretti passaggi, scale di ferro, stanzette minuscole.. Non è certo come nei film. Comunque dopo la chiusura le cose sono state conservate con vera cura, e spesso, come ci raccontava la guardia, addirittura gli ex carcerati vengono a fare il tour.. Spinti da non so quale sentimento, o forse per esorcizzare gli anni trascorsi tra quelle quattro mura.

Mura che per altro hanno avuto il permesso di decorare e ne sono usciti degli affreschi davvero strabilianti.
Lo stato del Western Australia ne ha allestito una mostra per riabilitare molti di quei carcerati che hanno scoperto di avere delle capacità grafiche ed artistiche e il risultato è che molte famiglie ne hanno beneficiato.



Camminando attraverso i vari padiglioni che rappresentavano le varie divisioni non poteva non venirmi in mente l'Inferno dantesco.. Ogni padiglione raccoglieva i detenuti secondo il loro reato.. dal più banale e meno pericoloso, come il furto, al più sadico. E c'erano ovviamente le celle d'isolamento per chi le richiedeva (ad esempio poliziotti corrotti o avvocati beccati a rubare) o per chi era meglio le occupasse ( come tutti coloro che facevano del male ai bambini e si sa.. tutti odiano).


Immancabile la cappella. Come ci è stato ribadito più volte, i detenuti erano mandati qui dall'Europa e da altre parti dell'Australia per lavorare e costruire quella che oggi è la Fremantle che vediamo. poi, scontata la pena, i condannati ormai liberi erano spinti a rimanere qui e popolare la zona che altrimenti faceva fatica a crescere.





Ma non sempre le cose andavano bene.. Qui si vede una foto della prigione dopo che fu presa dai carcerati e parzialmente bruciata..





Le celle si possono visitare.. Fanno impressione.
Alcune hanno ancora i graffiti e le scritte di uomini che non avrebbero più rivisto la loro famiglia.
Altre hanno dei dipinti bellissimi, dove i colori e le forme sembrano gridare la voglia di libertà..
Altre ancora trasmettono ansia e dolore. Ma immagino sia normale in queste situazioni.







Negli anni ovviamente le celle si sono trasformate, gli spazi si sono un po' allargati e le comodità, come il tostapane o la radio, hanno dato un po' di sollievo alle vite di chi scontava la sua pena.
E a proposito di pena, qui si applicava quella capitale. 44 morti per impiccagione.
Mi sono venuti i brividi ad entrare in quella stanza.
Non importa cosa si pensi della pena di morte, vedere con i propri occhi quegli strumenti per togliere la vita ha fatto tacere anche i più chiassosi tra i partecipanti al tour.


















Non vi riporto tutto quello che ci ha descritto la guardia. Doloroso pensare che così poco tempo fa si procedeva in questo modo. E doloroso pensare che in qualche posto ancora funziona così.
Scusate se il post non è divertente e burlone come i nostri soliti post. Alle volte viaggire vuol dire anche affrontare storie che non ci fanno divertire ma riflettere.
A presto!!

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